L’azienda ravennate si conferma mecenate d’arte con uno speciale saluto A “Rubedo” di Enrico Mazzone, l’originalissima opera che celebra la “divina commedia” narrata su 97 metri di carta.
Ospitato per sette mesi al Mercato Coperto di Ravenna per volontà di Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni, l’intenso e lungo lavoro è ora concluso e pronto per essere esposto in altre sedi.
Coccolia (RA), 30 aprile 2021 – È giunto il momento che spicchi il volo: dopo i sette mesi in cui è stata realizzata negli spazi concessi da Molino Spadoni al Mercato Coperto di Ravenna, “Rubedo” – la Divina Commedia tradotta da Enrico Mazzone in una colossale sequenza illustrata su 97 metri di carta – inizierà il suo percorso artistico in autonomia. Oggi, Beatrice Bassi e il compagno di vita Leonardo Spadoni (promotori e mecenati della realizzazione) ne hanno celebrato il completamento esponendone circa 20 metri in un evento al Mercato Coperto . “Il desiderio era celebrare l’artista e invitare per un saluto all’opera anche i tanti protagonisti e personaggi incontrati e conosciuti in questa bellissima e inattesa avventura“ spiega Beatrice Bassi, board member MS per commerciale e marketing e amministratrice delegata di MC Mercato Coperto.
Bassi e Spadoni, titolare dell’omonimo gruppo alimentare con sede a Coccolia (Ra) specializzato in farine, miscele, salumi di Mora Romagnola, formaggi, birre e altri prodotti per il Food Service e la GDO, hanno permesso a Mazzone di completare gli ultimi 27 metri sul pavimento del piano superiore del Mercato Coperto, struttura novecentesca riportata a splendore proprio grazie all’intervento privato congiunto di Coop e Molino Spadoni, che lo ha in gestione. Hanno avuto così l’onore di patrocinare la fase decisiva dell’opera, valorizzando il talento di un giovane artista italiano che, a causa della considerevole dimensione del manufatto, non avrebbe potuto terminarlo senza un luogo idoneo.
Un impegno tangibile nella logica di una Corporate Cultural Responsibility intrapresa ormai da tempo: “Dopo aver offerto i nostri spazi come laboratorio a questo artista straordinario, con orgoglio traghettiamo l’opera perché prenda la sua strada nell’anno delle celebrazioni dantesche – dichiara Beatrice Bassi -. Da tempo sosteniamo l’arte in tutte le sue forme, anche qui, nel Mercato Coperto, un luogo nato nel cuore della città, vivo e pulsante, in cui tutti possono respirare bellezza: accanto al cibo esposto, espressione delle eccellenze della tradizione enogastronomica del territorio, abbiamo voluto affiancare iniziative culturali, tra cui quella di Enrico è certamente uno degli esempi più alti”.
Arte nell’arte, visto che la stessa struttura del mercato è un edificio riconosciuto come luogo di interesse storico-artistico. Un contenitore di amenità, dal tavolo ricavato da un’antica barca lagunare dei pescatori comacchiesi per la raccolta delle anguille, fino ai disegni originali di Benito Jacovitti, tra i maggiori fumettisti italiani del ‘900, i banchi Deco degli anni ’30, i manichini e i pupazzi in cartapesta autentici degli anni ’50. Non solo: il Mercato sorge in un’area vocata ai commerci fin dal V secolo, dove operava la Casa Matha, una delle più̀ antiche corporazioni di pescatori del mondo, patrocinata da potenti famiglie, il cui stemma riportante “Casa Matha 1894” presenta elementi caratterizzati da importanti significati storici e simbolici per Ravenna. Tra questi la “pineta”, patrimonio paesaggistico e anch’esso simbolo della città, resa celebre proprio da Dante Alighieri, oltre che da Botticelli, Boccaccio, Lord Byron e Oscar Wilde.
Il mecenatismo di Molino Spadoni ha radici profonde. L’azienda, nell’ultima decade, ha collaborato con numerose mostre, da ultima, nel 2020, l’esposizione mista a Bagnacavallo curata da Viola Emaldi dal titolo “Non giudicare”, per la quale ha contribuito all’allestimento e alla pubblicazione del catalogo o, precedentemente, la mostra “Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi” alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno e curata dal professor Stefano Papetti. Una passione alimentata negli anni in diverse modalità, dal rilancio dello storico Circolo degli artisti di Faenza in cui sono stati ospitati diversi intellettuali (come l’artista e critico d’arte Massimo Pulini), fino all’allestimento con opere di pittori locali delle camere della Locanda di Casa Spadoni, un alloggio unico, ricavato da una ex seteria, originariamente detta “Causaca” dalla famiglia francese Chauzac, che l’abitava nel 1600.
“Ringrazio Molino Spadoni, che con la sua vocazione artistica ha dimostrato come il privato sia fondamentale per sostenere il mondo dell’arte – ha sottolineato Mazzone -. La mia opera ha caratteristiche uniche, per le quali senza questa generosa ospitalità non avrei potuto realizzare il mio sogno, ovvero concluderla proprio a Ravenna, la città dove il Sommo Poeta visse gli ultimi anni della sua vita e portò a termine il Paradiso. Ora, da qui, è pronta per continuare la sua strada”.